Botticelli, soprannome del pittore Sandro Filipepi (1445-1510), un artista fiorentino emblematico del Rinascimento dopo i Brunelleschi, Donatello e Masaccio, nei primi decenni del Quattrocento. Tutta la sua attività si è svolta a Firenze presso la corte dei Medici e sotto l'influenza neoplatonica che caratterizzò la cultura fiorentina di quegli anni.
Dopo un apprendistato condotto presso la bottega di qualche orafo, iniziò l’attività pittorica come aiutante di Filippo Lippi e da quest’ultimo, così come da Andrea Verrocchio e da Antonio del Pollaiolo, subì notevoli influenze nella sua prima attività. Intanto entrava nel circolo della famiglia Medici, e tramite loro veniva in contatto con la migliore società intellettuale fiorentina di quel tempo, quali il Poliziano, Marsilio Ficino e molti altri.
Dal 1478 ebbe inizio la serie delle allegorie e dei miti antichi, ma tra 1481-82, venne chiamato a Roma per collaborare agli affreschi della Cappella Sistina. Sono questi gli unici lavori che realizzò lontano da Firenze.
In seguito la sua produzione pittorica continuò con costanza, ma senza grandi variazioni, restando sempre ancorata al suo stile fatto di atmosfere di raffinata eleganza e di affascinanti figure. La scelta dei soggetti subì invece una variazione, tornando a prevalere i soggetti religiosi sui temi mitologici, sintomo questo anche di una variazione dei tempi, quando, con la scomparsa di Lorenzo de’ Medici (1492), conobbe una pausa d’arresto quell'umanesimo più laico che aveva caratterizzato la corte del Magnifico e egli aderì al movimento di Girolamo Savonarola, per questo motivo distrusse da sè molte delle sue opere di carattere "profano". Morì nel 1510 a Firenze.
Dopo un apprendistato condotto presso la bottega di qualche orafo, iniziò l’attività pittorica come aiutante di Filippo Lippi e da quest’ultimo, così come da Andrea Verrocchio e da Antonio del Pollaiolo, subì notevoli influenze nella sua prima attività. Intanto entrava nel circolo della famiglia Medici, e tramite loro veniva in contatto con la migliore società intellettuale fiorentina di quel tempo, quali il Poliziano, Marsilio Ficino e molti altri.
Dal 1478 ebbe inizio la serie delle allegorie e dei miti antichi, ma tra 1481-82, venne chiamato a Roma per collaborare agli affreschi della Cappella Sistina. Sono questi gli unici lavori che realizzò lontano da Firenze.
In seguito la sua produzione pittorica continuò con costanza, ma senza grandi variazioni, restando sempre ancorata al suo stile fatto di atmosfere di raffinata eleganza e di affascinanti figure. La scelta dei soggetti subì invece una variazione, tornando a prevalere i soggetti religiosi sui temi mitologici, sintomo questo anche di una variazione dei tempi, quando, con la scomparsa di Lorenzo de’ Medici (1492), conobbe una pausa d’arresto quell'umanesimo più laico che aveva caratterizzato la corte del Magnifico e egli aderì al movimento di Girolamo Savonarola, per questo motivo distrusse da sè molte delle sue opere di carattere "profano". Morì nel 1510 a Firenze.